L’Africa potrebbe essere il futuro dell’eCommerce

Scenario 25 Gennaio 2019
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Sarà proprio il Continente Nero la nuova frontiera dell’eCommerce? La risposta sembra essere più che una semplice possibilità. L’Africa, infatti, ha avuto un passato (e, in alcuni casi, un presente) difficile, ma potrà rinascere grazie alla tecnologia. Per capire quali siano le reali prospettive di questo continente, vi proponiamo i punti salienti dell’interessante chiacchierata di PYMNTS.com con Saqib Nazir, managing director of Africa di Emergent Technology, così da fare il punto della situazione. Il potere della gioventù Sono infatti 725 milioni le persone che possiedono uno smartphone in Africa, su un totale di 1,3 miliardi di abitanti. Si tratta di un pubblico potenziale molto ricettivo nei confronti della tecnologia, abituato ad utilizzare pagamenti e servizi bancari digitali e, sopratutto, giovane.
Africa eCommerce
La crescita demografica annuale, infatti, supera il 2% e ben il 50% della popolazione attuale ha meno di 20 anni. Ma soprattutto, cosa non meno importante, le persone stanno guadagnando denaro (nonostante non si tratti comunque di cifre paragonabili a quelle occidentali). Dall’analogico alla tecnologia mobile La forza dell’Africa è che (ndr un po’ come è successo in Cina) si è passati direttamente da una quasi assenza di tecnologia agli smartphone, baypassando, quindi, l’ondata relativa ai computer e alla rete fissa. Questo si traduce, in particolare, in un grosso utilizzo dei Mobile Money.Sono, infatti, 280 milioni le persone in Africa che li utilizzano: un numero tre volte superiore a quello di chi utilizza i conti bancari tradizionali.
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Un continente “informale”

Parte di questa disparità è legata alla biforcazione tra economie formali e informali: quest’ultime, infatti, compongono la gran parte dell’economia totale. Risulta essere solo il 20%, infatti, il numero di persone impiegate attraverso mezzi formali, quindi con contratti a norma. Questo, comunque, non significa necessariamente che questi siano poveri: spesso possono anche essere, ad esempio, architetti, sviluppatori di software o ingegneri inquadrati come lavoratori autonomi, il cui guadagno è però su base giornaliera o settimanale, anziché avere salario fisso.
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Nazir afferma che «questi membri dell’economia informale non sono a loro agio in una filiale e, quindi non hanno conti bancari. Sono intimiditi dall’intera esperienza: entrare in una banca che potrebbe essere lussuosa e dotata di aria condizionata, e avere ufficiali di polizia in piedi fuori. Questi individui potrebbero essere più a loro agio a parlare in un chiosco o in un negozio d’angolo con qualcuno che conoscono e fiducia, piuttosto che in una banca». Una popolazione che, quindi, grazie alla tecnologia si trova a proprio agio nel poter versare o prelevare denaro direttamente dal proprio account piuttosto che dal proprio conto bancario. Digitale in crescita, ma basato sulle banconote L’eCommerce nel paese ha generato 16,5 miliardi di dollari di fatturato nel 2017 e si prevede che raggiungerà 29 miliardi nel 2022, nonostante la penetrazione di internet in Africa sia relativamente bassa (circa il 35%). Una crescente domanda per tutti i tipi di servizi digitali, dall’e-commerce al social media. Allo stesso tempo, però, nonostante il grande sviluppo dei servizi di mobile payment, rimane ancora forte l’utilizzo di denaro fisico: anche con il fiorente aumento di denaro che si sposta attravers mobile wallet, con una popolazione giovane e tecnologicamente invogliata a condurre il commercio su bit e byte, il 94% delle transazioni in Africa vengono ancora fatte con valuta forte.
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Servizi di trasferimento basati sulla telefonia mobile come M-Pesa – che elabora miliardi di transazioni all’anno e che contava, nel 2017, oltre 18 milioni di utenti solo in Kenya – hanno aggirato il problema grazie all’utilizzo di agenti(ad oggi, 200.000 solo in Ghana, contro le poche migliaia di filiali bancarie) che caricano i soldi per gli utenti. Questi ultimi poi utilizzano il denaro in totale autonomia attraverso i propri telefoni. Si tratta di un sistema di cui l’ecosistema eCommerce non può non tenere in considerazione. Bisogna, poi, anche valutare che i clienti utilizzano device mobili, ma sono spesso dotati di tecnologia obsoleta – come i modelli più vecchi di iPhone – e che manca tutta una serie di servizi, che devono quindi essere creati dalle aziende.
Un continente, tanti paesi… tanti problemi Resta il fatto, tuttavia, che nonostante le tante opportunità, vi sono molte sfide da dover superare. Tra queste, sicuramente, spicca la mancanza di infrastrutture, come strade, fonti di energia e reti di telecomunicazione. Senza contare che chi voglia cimentarsi ad aprire un’attività deve fare i conti con i capricci di 54 mercati, 54 banche centrali, le tasse e politiche legali più disparate, oltre ai tassi di cambio internazionali (FX). Esiste anche, in alcuni casi, una mancanza di documentazione sull’identità degli abitanti e una mancanza generale di servizi finanziari.