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Ti raccontiamo la nostra storia, che grazie al gioco di squadra ha reso possibile ogni vittoria. Abbiamo messo in campo le nostre capacità, per questo siamo stati scelti per grandi progetti. Se sei alla ricerca delle ultime novità sicuramente sarai il prossimo che ci contatterà.
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Scenario

eMarketer identifica la Cina come leader mondiale dell’eCommerce e del Digital Retail

Da occidentali, se ci chiedessero “qual è il mercato più avanzato nel mondo dell’eCommerce?” probabilmente, essere abituati al dominio incontrastato di Amazon, risponderemmo “gli Stati Uniti”. Eppure, questo mercato non è che un terzo di quello cinese, che possiede un valore di 1,94 trilioni di dollari: è questo quanto scritto nel rapporto di eMarketer e riportato da Alizila. E l’ascesa nel Paese del New Retail, che unisce il meglio del commercio online e offline per favorire livelli più elevati di coinvolgimento tra brand e consumatori, sta stimolando le innovazioni nella vendita al dettaglio in tutto il mondo.

Il rapporto descrive un mercato eCommerce globale in forte espansione, che dovrebbe crescere del 20,7% quest’anno, toccando quota $ 3,5 trilioni di vendite: proporzionalmente la Cina, con i suoi 1,94 trilioni di dollari, vale, quindi, il 54,7% del valore dell’eCommerce globale.

Le aree dell’e-commerce in cui la Cina è leader

  • Mobile Commerce: durante il 2019, nel Paese, quattro dollari su cinque (80%) spesi in eCommerce sono stati generati dai dispositivi mobili, rispetto alla media globale del 64,4%
  • Mobile Payment: i consumatori cinesi fanno affidamento ad app, come Alipay di Ant Financial, sia per gli acquisti online che per i pagamenti nei negozi fisici. Quest’anno circa l’81% degli utenti di smartphone in Cina utilizzerà i pagamenti mobile, rispetto a solo il 27% negli Stati Uniti.
  • Commercio elettronico transfrontaliero: questo è stato un canale da tenere d’occhio, ha affermato eMarketer, poiché le infrastrutture globali migliorano e le piccole imprese sono in grado di accedere meglio ai mercati globali. In Cina, la domanda di prodotti per la casa di alta qualità, beni di lusso e abbigliamento di alta moda guiderà la tendenza.

“Nonostante si continui a raccontare le storie di successo digitali degli Stati Uniti, vi è una crescente sensazione che la Cina sia diventata il fulcro dell’innovazione nel commercio elettronico”, afferma il rapporto.

Per spiegare l’impatto del commercio digitale sul retail, eMarketer ha contrapposto il “New Retail”, un termine largamente usato in Cina, con “omnichannel”, comunemente usato in Occidente. Il New Retail si basa sull’approccio digital-first al commercio digitale della Cina, perché ha ampiamente superato la concezione di negozio fisico vista in Occidente e si è rapidamente spostato online. Omnichannel, invece, è il tentativo dell’Occidente di indirizzare i servizi digitali sulla sua storica infrastruttura di negozi fisici per offrire ai consumatori le efficienze di acquisto a cui si sono abituato online. Ma mentre le operazioni omnicanale crescono in raffinatezza e a user experience diventa più fluida, “la visione di New Retail è più vicina a diventare una realtà” in Occidente, afferma il rapporto.

Il rapporto ha anche messo in luce la nuova catena di negozi di alimentari al dettaglio Alibaba Freshippo come esempio di questo approccio incentrato sul consumatore, in cui “i clienti possono fare acquisti di persona, cenare ed effettuare ordini”. Oltre alla Cina, eMarketer ha affermato che gli Stati Uniti e il Regno Unito sono avanzati in alcune nuove operazioni di vendita al dettaglio che sono più adatte ai consumatori locali, come il “click&collect”, che consente ai consumatori di ordinare online e ritirare i propri articoli in un negozio.

Non sorprende, quindi, che il principale player del mondo eCommerce in Cina, Alibaba Group, sia in cima alla lista dei leader mondiali del mercato. I marketplace Taobao e Tmall di Alibaba si sono posizionati, infatti, rispettivamente al primo e al secondo posto a livello globale in termini di volume lordo delle merci, con Amazon al numero tre, secondo i dati dei retailer su Internet citati dal rapporto.

Il rapporto ha anche fatto una chiara distinzione tra i ricavi di Alibaba che sono “quasi esclusivamente guidati dalle vendite di terze parti” e quelli di Amazon che, invece, derivano principalmente dalle vendite dirette.

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Scenario

Store fisici? meglio per l’85% dei consumatori, ma solo con una componente digitale e mobile

Più il tempo passa e più l’idea che il futuro sia solo digitale si fa forte. Eppure, se guardiamo i fatti, nell’ultimo periodo c’è una grossa inversione di marcia, con un ritorno sempre maggiore al mondo fisico, specialmente per i grossi player nativi digitali (Amazon e Alibaba in primis). Il passaggio al digitale ha, però, senso solamente se si avverano certe condizioni: come sostiene un nuovo sondaggio riportato da Internet Retailing, infatti, i rivenditori devono essere esperti nell’integrazione tecnologica omnicanale per sopravvivere nell’era digitale.

Il sondaggio è stato svolto su 1.056 adulti del Regno Unito e condotto da Marketingsignals.com, la principale agenzia inglese di marketing digitale, ed ha rivelato che l’85% delle persone preferisce ancora acquistare fisicamente i prodotti in negozio, nonostante la convenienza offerta dallo shopping online e mobile.

Store fisici vs eStore

Sebbene la rapida crescita dell’eCommerce abbia ridotto significativamente il numero di visitatori nelle principali strade commerciali, la ricerca ha rilevato che i tre quarti dei clienti preferirebbero ancora effettuare un acquisto in un negozio fisico, perché, secondo l’82% di questi, permette di poter ricevere il prodotto non appena viene acquistato.

Inoltre, più di nove su 10 (94%) acquirenti del Regno Unito hanno dichiarato che cercheranno sempre un prodotto online prima di andare in negozio per l’acquisto. La ricerca ha rilevato che il 78% dei consumatori preferisce andare in negozio per vedere e toccare un prodotto prima di andare online per cercare per il prezzo migliore.

Secondo gli ultimi dati ONS , nel 2017 le vendite al dettaglio nel Regno Unito hanno totalizzato più di 366 miliardi di sterline, sebbene sorprendentemente l’85% delle vendite continui a verificarsi nei negozi, non online.

I vantaggi dell’integrazione tra offline e online

I rivenditori che adottano la tecnologia per seguire i propri clienti da quando ricevono un annuncio digitale, a quando effettuano un acquisto in negozio, sono in grado di misurare con precisione il ROI della propria spesa digitale utilizzando una serie di tecnologie specialistiche.

Gareth Hoyle, amministratore delegato di Marketingsignals.com, ha commentato: «In un mondo ideale, i consumatori preferirebbero visitare un negozio per effettuare un acquisto, anche se a causa di vincoli di tempo, problemi di magazzino e, infine, convenienza, molti si rivolgono allo shopping online. Questa è una lezione per i rivenditori al fine di garantire che la loro presenza digitale stia lavorando il più duramente possibile per loro, offrendo un viaggio omnichannel e un’esperienza che è più conveniente per i clienti».

Hoyle ha aggiunto «tecnologie come Google Store Visits consentono ai rivenditori di attribuire direttamente la spesa di marketing digitale a un aumento del numero di visitatori. I rivenditori che adottano il proximity marketing e la tecnologia beacon possono parlare direttamente ai clienti in negozio – ad esempio, se sono all’interno dello store e vanno su Google, il rivenditore può forzare una notifica popup al telefono dell’utente (tramite bluetooth) con l’offerta di un codice di sconto o simile».

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Branding

Social Shopping: Instagram testa gli acquisti in-app

Instagram ha introdotto una nuova funzionalità che potrebbe cambiare le regole del gioco del mondo eCommerce, specialmente per i prodotti fashion: si tratta della possibilità di acquistare direttamente da app.

A riportarlo è PYMNTS.com, che afferma essere attivo un pilota negli U.S.: agli utenti che cliccano sul pulsante “Visualizza il prodotto” apparirà anche il pulsante “Acquista su Instagram”, anziché essere trasferiti al sito Web del venditore per poter completare l’ordine. Le credenziali di pagamento inserite su Instagram possono essere salvate e gli ordini gestiti direttamente dall’app.

instagram-acquisti-in-app

La possibilità di acquistare in-app sarà implementata durante le prossime settimane per tutti gli utenti mobile degi Stati Uniti, che potranno acquistare con questa nuova funzione prodotti dei brand che hanno preso parte alla sperimentazione, quali: Adidas, Anastasia Beverly Hills, ColourPop, Huda Beauty, KKW Beauty, Kylie Cosmetics, Nike e Ouai Hair. Paige Cohen, portavoce di Instagram, ha dichiarato a Digiday che i marchi sono stati scelti in base alle prestazioni di acquisto provenienti proprio dal social media di casa Zuckerberg.

Per garantirne la sostenibilità, Instagram ha in programma di addebitare alle aziende coinvolte nel progetto una “piccola tassa” (come viene chiamata da Cohen). Ciò andrà a rendere possibile il checkout, compresa l’elaborazione dei pagamenti con carta di credito e le spese relative alle transazioni.

Secondo il rapporto, questa non è l’unica funzione di acquisto che la società prevede di lanciare quest’anno, sebbene non sia chiaro cosa abbia pianificato.

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Scenario

La Piramide di Maslow del tech per gli italiani

In psicologia esiste una rappresentazione schematica chiamata Piramide di Maslow che raffigura quella che è la gerarchia dei bisogni umani. Alla base ha, infatti, quelli primari, ovvero quelli fisiologici, arrivando, in cima alla piramide, a quelli relativi alla soddisfazione de sé: ogni gradino della piramide rappresenta, quindi, un bisogno che tendiamo a soddisfare, ma solo quando si ha già appagato quello precedente, ritenuto più importante.

Si tratta, in realtà, di un concetto molto semplice e che, proprio per questa sua facilità di comprensione, è stato spesso usato sotto diverse spoglie negli ambiti più disparati: quindi, perché non analizzarlo in chiave tecnologica? La tecnologia è, infatti, ormai parte integrante di ogni nostro gesto, alleata indispensabile, spesso percepita come una necessità primaria che facilita e migliora la quotidianità. eBay, tra i leader dell’eCommerce a livello mondiale, ha voluto giocare con questo classico della psicologia, declinandola nella piramide dei bisogni tech. Con oltre 100 milioni di prodotti nuovi disponibili in ogni momento e una community che vanta più di 5 milioni di acquirenti attivi solo in Italia, il marketplace ha ben chiara la forza dirompente di tutto il comparto tecnologico, segmento che rappresenta uno dei quattro più importanti pilastri dell’intero business del sito.

I prodotti irrinunciabili per gli italiani

 

eBay ha presentato i risultati di una ricerca di mercato che ha indagato i bisogni tecnologici degli italiani. Il marketplace ha chiesto a un campione di popolazione italiana di mettere in ordine di priorità su una scala da 1 a 7 – dove 1 indica i prodotti essenziali e 7 i prodotti non strettamente necessari, ma desiderati – le seguenti categorie merceologiche, individuate da un’analisi degli andamenti degli acquisti online e delle nuove tendenze del mercato: smartphone, PC portatili, videogiochi e console, dispositivi intelligenti per gestione domestica, elettrodomestici smart, smart TV e auricolari wireless.

I risultati della ricerca hanno prodotto questa nuova rivoluzionaria piramide di Maslow della tecnologia

Qualunque sia l’età o il genere, smartphone e PC portatili sono alla base della piramide dei bisogni tech. Considerati vere e proprie appendici del corpo e indicati come indispensabili, possono essere paragonati ai bisogni primari dello schema di Maslow. Sempre con noi in qualunque momento, in ogni situazione. Il 48% degli intervistati – pari a quasi 25,5 milioni di italiani – identifica proprio il telefono come bisogno primario, mentre il 26,2% mette il pc portatile sul gradino immediatamente sopra. Trend confermato da eBay.it, che nel 2018 ha visto la categoria cellulari e smartphone crescere del 14%, con 1 prodotto di telefonia mobile venduto ogni 6 secondi.

«Fa riflettere anche come ben 10.8 milioni d’italiani diano, ancora oggi, un’importanza così forte alla televisione, qui declinata nell’accezione più evoluta. Solo se ci sofferma sullo spaccato esclusivamente femminile la necessità della Smart TV diventa meno impellente e cede il posto all’esigenza più concreta di avere elettrodomestici smart in grado di agevolare e supportare i lavori domestici», spiega Salvatore Aranzulla, esperto di innovazione e uno dei principali divulgatori italiani di temi tecnologici che, durante lo speciale evento di presentazione eBayLovingTech, è stato l’oratore d’eccezione della serata illustrando i risultati della survey.

Restando sempre in tema di elettrodomestici che nel risultato generale sono posizionati al quarto gradino della piramide, è interessante inoltre evidenziare come, tra i Millennials, questi siano ritenuti più essenziali e desiderati delle console o dei dispositivi intelligenti per la gestione domestica. Questi ultimi sicuramente in forte crescita ma ancora non entrati a far parte della routine di tutti noi. Dato confermato da eBay, che negli ultimi sei mesi ha registrato una crescita delle vendite dell’80% su prodotti intelligenti per gestione domestica con il Google Home mini come best seller.

Il mondo del gaming è quello che registra le maggiori differenze a livello di percepito in base all’età e al sesso. Ed è così che, se si considerano solo gli uomini coinvolti, console e video giochi arrivano subito dopo la Smart Tv, mentre se osserviamo i risultati in base alla fascia di età, gli Over 45, sia uomini che donne, mettono il gaming sulla punta della piramide, là tra gli articoli desiderati ma non necessari. Comparto questo in forte sviluppo su eBay.it, con un prodotto gaming venduto ogni 3 minuti e una crescita del 44% nel 2018.

«Se lo smartphone è bisogno primario, è interessante notare come sia cambiato radicalmente negli ultimi anni il modo di utilizzarlo: si è passati sempre di più dai messaggi digitati al vocale. Una tendenza, quella dei comandi vocali, che lentamente cambia il modo di fruizione di tutta la tecnologia, dagli elettrodomestici, al mondo del gaming, fino ai dispositivi domotici. L’internet of things è il futuro ormai prossimo» commenta Salvatore, che aggiunge: «pensando a oggetti di uso quotidiano per me irrinunciabili direi che, tolti ovviamente le categorie alla base della piramide, trovo che tutto ciò che facilita la vita in cucina sia per me davvero interessante».

«Il comparto tecnologico è senza dubbio uno dei pilastri del business di eBay in Italia», aggiunge poi Federica Ronchi, Head of Vertical Hard Goods di eBay in Italia, Francia e Spagna. «Come dimostrato dalla nostra ricerca di mercato, ormai un italiano su due si affida all’online per la scelta e l’acquisto di prodotti tecnologici e su eBay.it alcune categorie merceologiche hanno un tasso di crescita più alto del mercato stesso: è il caso ad esempio della categoria videogiochi e console, che nel 2018 ha registrato una crescita del 15% nel mercato e del ben 44% su eBay.it».

Gli Italiani e il rapporto quotidiano con la sfera digitale

 

La survey online condotta da eBay è stata anche l’opportunità per riflettere su come gli italiani abbiamo interiorizzato e fatto propri nuovi gesti e nuovi comportamenti. Iniziando dal risveglio, oltre un italiano su due (52%) appena sveglio al mattino, ancora a letto, dichiara di guardare il telefono per controllare notifiche/news.

Sono decisamente più le donne rispetto agli uomini che, ancora tra le coperte, guardano il proprio smartphone (il 43% di esse dichiara di immedesimarsi “completamente” con questa situazione rispetto al 28% degli uomini), mentre ragionando sulle fasce di età emerge con forza come questo sia un gesto automatico del 41% dei Millennials e della Generazione X (35-44), rispetto agli Over 45 (25%).

La tendenza attuale di voler essere parte attiva in situazioni impreviste che ci vedono testimoni è sempre più forte e amplificata anche dalla rivoluzione digitale: quasi 1 italiano su 3 si dichiara molto o completamente concorde con l’affermazione «Davanti a un evento non comune, la prima cosa che faccio è riprenderlo con lo smartphone».

Se tra uomini e donne non sembra spiccare una differenza particolare, curioso invece è il dato che emerge guardando le fasce di età. Sono i più giovani, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i meno sensibili ad immortalare le situazioni particolari che li vedono spettatori involontari: il 24% dei Millennials si dichiara per niente interessato, contro il 18% degli over 45 e il 15% degli intervistatori tra i 35 e 44 anni.

Non si può non parlare di eCommerce, nello specifico per i prodotti tecnologici. Per la metà degli italiani (51%) la prima scelta è l’online, non solo per l’acquisto effettivo, ma anche per la ricerca di consigli e recensione prima di effettuare l’acquisto. Il 56% dichiara di fidarsi molto (31%) o completamente (25%) delle recensioni degli utenti. Sono le donne a dichiarare di fidarsi completamente (30% vs il 19% degli uomini), mentre considerando le fasce d’età, è la Generazione X, dai 35 ai 44 anni, quella più sicura delle opinioni degli utenti in rete: il 31% di essi dichiara di fidarsi completamente, contro il 23% dei Millennials e il 24% degli Over 45.

Infine i social, ormai divenuti appendice non tanto fisica quanto digitale della nostra persona. Ben il 39,5% afferma di controllare più di 5 volte al giorno i propri account. Sono le donne le più attente. È infatti il 48% delle intervistate che alla dichiarazione «Controllo più di 5 volte a giorno i mie account Instagram, Facebook e gli altri social media» ha scelto l’opzione di risposta completamente. Se tra i più giovani non sorprende la loro maggiore sensibilità al mondo dei social, con oltre 1 Millennials su 2 che si dichiara completamente d’accordo alla frase, più curioso è invece osservare come, anche tra gli Over 45, la vita sui social sia diventata consuetudine: quasi 1 su 3 di essi si rispecchia completamente nell’affermazione presa in esame.

bisogni tecnologici italiani

App: mai più senza

 

Oramai c’è un’App per tutto! Ma quali sono i servizi per i quali gli italiani non possono più fare a meno di utilizzare un App? Abbiamo chiesto loro di indicarceli per ordine di importanza.

Ecco i risultati in assoluto:

  1. Informazioni in tempo reale (attualità, meteo)
  2. Internet Banking
  3. eCommerce per fare shopping
  4. Mappe e Gps
  5. Organizzazione Viaggi
  6. Food delivery
  7. Sport&Fitness

Le differenze tra i generi sono minime. Di base le donne danno più importanza alle App legate a servizi di shopping, quest’ultimi inseriti nella top 3 al femminile, rispetto agli uomini che invece mettono al terzo posto le applicazioni per mappe e Gps. Guardando la parte bassa della classifica, gli uomini mettono Sport & Fitness al sesto e lasciano il food delivery all’ultimo posto, l’opposto invece fanno le donne.

Confrontando i target d’età, se i Millennials e gli over 45 pongono in cima alla classifica le app per ricevere informazioni in tempo reale, la generazione X sceglie i servizi di internet banking. L’eCommerce è per tutte le generazioni al terzo posto. Balza agli occhi infine come i servizi legati a mappe e Gps siano decisamente essenziali per i più giovani (secondo posto) mentre perdano di importanza, scendendo al quarto, per le altre fasce d’età.

bisogni tecnologici italiani

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Scenario

L’Africa potrebbe essere il futuro dell’eCommerce

Sarà proprio il Continente Nero la nuova frontiera dell’eCommerce? La risposta sembra essere più che una semplice possibilità. L’Africa, infatti, ha avuto un passato (e, in alcuni casi, un presente) difficile, ma potrà rinascere grazie alla tecnologia.

Per capire quali siano le reali prospettive di questo continente, vi proponiamo i punti salienti dell’interessante chiacchierata di PYMNTS.com con Saqib Nazir, managing director of Africa di Emergent Technology, così da fare il punto della situazione.

Il potere della gioventù

Sono infatti 725 milioni le persone che possiedono uno smartphone in Africa, su un totale di 1,3 miliardi di abitanti. Si tratta di un pubblico potenziale molto ricettivo nei confronti della tecnologia, abituato ad utilizzare pagamenti e servizi bancari digitali e, sopratutto, giovane.

Africa eCommerce

La crescita demografica annuale, infatti, supera il 2% e ben il 50% della popolazione attuale ha meno di 20 anni. Ma soprattutto, cosa non meno importante, le persone stanno guadagnando denaro (nonostante non si tratti comunque di cifre paragonabili a quelle occidentali).

Dall’analogico alla tecnologia mobile

La forza dell’Africa è che (ndr un po’ come è successo in Cina) si è passati direttamente da una quasi assenza di tecnologia agli smartphone, baypassando, quindi, l’ondata relativa ai computer e alla rete fissa.

Questo si traduce, in particolare, in un grosso utilizzo dei Mobile Money.Sono, infatti, 280 milioni le persone in Africa che li utilizzano: un numero tre volte superiore a quello di chi utilizza i conti bancari tradizionali.

Africa eCommerce

Un continente “informale”

Parte di questa disparità è legata alla biforcazione tra economie formali e informali: quest’ultime, infatti, compongono la gran parte dell’economia totale. Risulta essere solo il 20%, infatti, il numero di persone impiegate attraverso mezzi formali, quindi con contratti a norma.

Questo, comunque, non significa necessariamente che questi siano poveri: spesso possono anche essere, ad esempio, architetti, sviluppatori di software o ingegneri inquadrati come lavoratori autonomi, il cui guadagno è però su base giornaliera o settimanale, anziché avere salario fisso.

Africa eCommerce

Nazir afferma che «questi membri dell’economia informale non sono a loro agio in una filiale e, quindi non hanno conti bancari. Sono intimiditi dall’intera esperienza: entrare in una banca che potrebbe essere lussuosa e dotata di aria condizionata, e avere ufficiali di polizia in piedi fuori. Questi individui potrebbero essere più a loro agio a parlare in un chiosco o in un negozio d’angolo con qualcuno che conoscono e fiducia, piuttosto che in una banca».

Una popolazione che, quindi, grazie alla tecnologia si trova a proprio agio nel poter versare o prelevare denaro direttamente dal proprio account piuttosto che dal proprio conto bancario.

Digitale in crescita, ma basato sulle banconote

L’eCommerce nel paese ha generato 16,5 miliardi di dollari di fatturato nel 2017 e si prevede che raggiungerà 29 miliardi nel 2022, nonostante la penetrazione di internet in Africa sia relativamente bassa (circa il 35%). Una crescente domanda per tutti i tipi di servizi digitali, dall’e-commerce al social media.

Allo stesso tempo, però, nonostante il grande sviluppo dei servizi di mobile payment, rimane ancora forte l’utilizzo di denaro fisico: anche con il fiorente aumento di denaro che si sposta attravers mobile wallet, con una popolazione giovane e tecnologicamente invogliata a condurre il commercio su bit e byte, il 94% delle transazioni in Africa vengono ancora fatte con valuta forte.

Africa eCommerce

Servizi di trasferimento basati sulla telefonia mobile come M-Pesa – che elabora miliardi di transazioni all’anno e che contava, nel 2017, oltre 18 milioni di utenti solo in Kenya – hanno aggirato il problema grazie all’utilizzo di agenti(ad oggi, 200.000 solo in Ghana, contro le poche migliaia di filiali bancarie) che caricano i soldi per gli utenti. Questi ultimi poi utilizzano il denaro in totale autonomia attraverso i propri telefoni.

Si tratta di un sistema di cui l’ecosistema eCommerce non può non tenere in considerazione. Bisogna, poi, anche valutare che i clienti utilizzano device mobili, ma sono spesso dotati di tecnologia obsoleta – come i modelli più vecchi di iPhone – e che manca tutta una serie di servizi, che devono quindi essere creati dalle aziende.

Un continente, tanti paesi… tanti problemi

Resta il fatto, tuttavia, che nonostante le tante opportunità, vi sono molte sfide da dover superare. Tra queste, sicuramente, spicca la mancanza di infrastrutture, come strade, fonti di energia e reti di telecomunicazione.

Senza contare che chi voglia cimentarsi ad aprire un’attività deve fare i conti con i capricci di 54 mercati, 54 banche centrali, le tasse e politiche legali più disparate, oltre ai tassi di cambio internazionali (FX). Esiste anche, in alcuni casi, una mancanza di documentazione sull’identità degli abitanti e una mancanza generale di servizi finanziari.

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Scenario

L’eCommerce in Italia continua a crescere

A confermarlo è la ricerca di TrovaPrezzi.it, che riporta come nel 2018 l’eCommerce sia aumentato del 25%.

L’eCommerce in Italia continua a segnare il suo trend positivo: i dati di TrovaPrezzi.it mostrano, infatti, un aumento del 25% rispetto al 2017. Una percentuale che fa ben sperare anche per il futuro del settore nel Belpaese.

ecommerce italia 2018

A supporto dei dati di TrovaPrezzi.it, anche il Politecnico di Milano legati alla Digital Innovation mostra lo stesso andamento confermano questo spaccato: lo scorso anno sono stati spesi 15 miliardi di Euro per l’acquisto di prodotti online (+25% rispetto al 2017), e il 30% ha riguardato informatica ed elettronica di consumo.

In totale sono 23,5 milioni gli shopper italiani che lo scorso anno hanno fatto acquisti sul web (dei quali 17,8 milioni possono essere considerati consumatori abituali, ovvero con almeno un acquisto al mese). Nel 31% dei casi hanno utilizzato lo smartphone (+6% rispetto al 2017). In calo invece gli acquisti tramite desktop, che sono passati dal 67% al 62% e da tablet (che scendono dall’8% al 7%) nel 2018.

Categorie più cercate

Dalle ricerche di prodotti effettuate dagli utenti si nota come il 40% si concentra in particolare su una decina di categorie.

ecommerce italia 2018
Oltre 160 milioni di ricerche effettuate tra gennaio e dicembre dello scorso anno hanno infatti visto protagonisti:
  • prodotti informatici ed elettronica di consumo (15,6%)
  • piccoli e grandi elettrodomestici (9,5%)
  • prodotti per la salute e la bellezza (6,1%)
  • sneakers (4%)
  • prodotti per il fai da te e bricolage (2,5%)
  • pneumatici (1,3%)

Chi compra sul web in Italia?

L’identikit fornito da Trovaprezzi.it dice che nel 57% dei casi sono uomini e i più attivi hanno un’età compresa tra i 35 ed i 44 anni (16% sul totale degli utenti). Sono invece più giovani le donne che fanno shopping online: principalmente hanno tra i 25 ed i 34 anni (11% sul totale degli utenti).

Geograficamente le regioni settentrionali contribuiscono quasi alla metà del mercato raccogliendo circa il 49% delle ricerche, a seguire il centro con circa il 28% ed il sud con le isole circa 23%. È però curioso osservare come le intenzioni di acquisto di determinate tipologie di prodotto vedano prevalere le regioni del centro.

Qualche esempio: se consideriamo le ricerche ogni mille abitanti, nella categoria climatizzazione quelle effettuate nelle regioni del centro sono state 55, 39 nelle regioni del nord, 32 per sud e isole. Lo stesso per quanto riguarda la categoria dei frigoriferi: al centro le ricerche ogni mille abitanti sono state 51, al nord 46 e al sud 24. Anche nella ricerca di elettroutensili hanno dominato gli abitati del centro Italia con 47 ricerche ogni mille abitanti, contro le 31 delle regioni settentrionali e le 22 del sud.

Interessante notare come anche nella ricerca degli smartphone – seppur per poche decine di unità – al centro si siano contate più ricerche rispetto al nord: 285 contro 251 (dato commisurato a mille abitanti), 144 il dato del sud e delle isole.

I prodotti con le maggiori intenzioni d’acquisto

ecommerce italia 2018

Per quanto riguarda i prodotti top del 2018, relativamente alle categorie che maggiormente hanno catalizzato l’attenzione degli italiani, ecco quali sono stati quelli su cui si sono concentrate le intenzioni di acquisto dei nostri conterranei:

  1. Smartphone Samsung Galaxy S9 64gb
  2. Sneakers Saucony Jazz Original
  3. Integratore Armolipid Plus
  4. Pneumatici invernali per auto
  5. Notebook Macbook Air
  6. Climatizzatore Dual Split
  7. Caldaia a condensazione Ferroli
  8. TV Led LG 55”
  9. Lavatrice Beko A+++
  10. Champagne Dom Perignon
  11. Crema corpo Rilastir
  12. Impastatrici Kitchenaid
  13. Trapano Makita
  14. Sacchi Pellet
  15. Frigorifero Candy a doppia porta

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